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Il volume offre, attraverso numerose esperienze cliniche, una possibilità di comprensione del sintomo alimentare (anoressia, bulimia, ecc.) che può essere di sostegno a pazienti e familiari e di supporto per la pratica clinica e psicoterapeutica. Più in generale, il libro può essere una grande opportunità per tutti coloro che sono interessati a riflettere sulla complessa relazione che intratteniamo nel corso della vita col cibo e con il corpo. Rifacendosi a Mondrian e soprattutto a Paul Klee con quelle che sono state definite le "anomalie controllate", attraverso questo suo lavoro l'autore ci accompagna in una riflessione sul senso primario che il cibo assume nel corso della vita in termini di desiderio, relazione, dipendenza, crescita e sulla necessità dell'uomo di gestire mediante la forma profondi livelli emozionali, angosce, vissuti dolorosi e "minacce" evolutive. Ci riporta alla necessità di guardare al sintomo alimentare come rischio, come patologia, ma soprattutto come tentativo che, accolto in una prospettiva terapeutica multidisciplinare, può avviare mutamenti della forma di corpo, mondo affettivo e relazionale, proiettandoli verso una dimensione armonica non raggiunta fino a quel momento. Nella clinica questo significa che è indispensabile tollerare i tempi del costruirsi di forme della relazione terapeutica, ma soprattutto tollerare un'asimmetria temporale che investe il campo della cura tra urgenze e necessità del concreto e tempi di una costruzione interna e relazionale. L'autore ci propone anche quanto l'esperienza emotiva e relazionale correlata alla pandemia Covid-19 abbia avuto implicazioni a carattere catastrofico sulla forma della relazione con il cibo e con la corporeità, portando all'attenzione terapeutica l'esito di questo profondo sconvolgimento del vivere. Prefazione di Sandra Zampa, postfazione di Pietro Bria, introduzione di Filippo Maria Ferro.